lunedì 20 agosto 2012

SERENDIPITY- L'ARTE DELLA MANUTENZIONE DEL CERVELLO

DA SETTEMBRE, A FIRENZE




UNA ISTRUTTIVA ALTERNATIVA A

CINEMA
TELEVISIONE
TEATRO
DISCOTECA

PER SCOPRIRE E SPERIMENTARE
MODI DIVERSI PER

STARE INSIEME
FARE NUOVE CONOSCENZE
SCOPRIRE COSE SEMPRE NUOVE

E MANTENERE IL CERVELLO IN FORMA
....E LIBERO DA PENSIERI DISTURBANTI



martedì 7 agosto 2012

MAPPA ANTISTRESS


Scrive Giuseppe Tucci nel suo “Teoria e pratica del mandala”:


Il mandala è uno psicocosmogramma, lo schema della disgregazione dall'uno al molto e della reintegrazione dal molto all'uno, alla coscienza assoluta, intera e luminosa. (Pag. 40)

 

La persona umana è un coesistere di due opposte tendenze, l’una centrifuga, l’altra centripeta: così come l’una tendenza ci porta fuori di noi, l’altra ci convoglia verso il ritorno, al punto centrale, la condizione imperitura. (Pag. 72)



Il mandala è la rappresentazione di quel punto-istante nel quale si compie il salto nell'altro piano, si diventa Budda...esperienza che non avviene una sola volta, ma che si rinnova ogni qualvolta si realizzi quella estasi della coscienza che giace nascosta in fondo a noi, avvolta nei tentacoli della psiche. (Pag. 100)





I tre brani illustrano con efficacia il lavoro, salutare, che certe immagini sono in grado di compiere sulla nostra mente, per di più, a nostra…completa insaputa.



Un lavoro di “centratura” che consente di entrare in contatto con una parte di noi che, solitamente, rimane inascoltata sovrastata dal frastuono delle attività quotidiane, frastuono che determina una frammentazione della nostra attenzione su una moltitudine di temi che si susseguono, alternandosi senza sosta. La conseguenza pratica di ciò è una accresciuta attività intuitiva e ispirativa che consente di porre rimedio con spontaneità e naturalezza a problematiche, sia di tipo pratico che astratto.



Il mandala è, probabilmente, lo strumento più semplice per ottenere questa centratura in quanto non richiede il ricorso a pratiche particolari o la creazione di “setting” specifici. E’ infatti sufficiente esporre le immagini all’interno degli ambienti maggiormente frequentati, in posizioni facilmente visibili, perché la mente, posta con continuità in contato visivo, anche inconsapevole, col mandala, ne ricavi benefici effetti.



E’ facilmente ipotizzabile, altresì, che immagini che non siano state prodotte a tale scopo possano produrre l’effetto contrario, determinando quella frammentazione che è all’origine delle nostre difficoltà psicologiche ed esistenziali.

Dalla lettura del testo di Tucci si evince che l'uso di tali immagini, diffusissimo nel passato e praticamente abbandonato ai giorni nostri, comporterebbe consistenti vantaggi nel trattamento di depressione, ansia, attacchi di panico, insonnia, dipendenze.