domenica 7 ottobre 2012

NEUROSCIENZE, MECCANICA QUANTISTICA E NUOVA BIOLOGIA NELLA VITA QUOTIDIANA.



 Le vere rivoluzioni spesso passano sotto silenzio e non fanno molto clamore, con la conseguenza che, a volte, il largo pubblico rimane all'oscuro di informazioni che sarebbero in grado di migliorare, non di poco, la qualità della vita.

 E’ un po’ come se si continuasse a distribuire mappe e stradari sapendo che non sono aggiornati.

  Tre sono i settori nei quali, nel secolo scorso, si sono verificati gli sviluppi più rilevanti: la fisica, la biologia e le neuroscienze.

 Un autentico sconvolgimento si è verificato nel campo della fisica da quando la tecnologia ha permesso di studiare la materia su scale dimensionali infinitesimali, dando il via alla meccanica quantistica.
Scrive, in proposito, Gian Carlo Ghiradi nel suo “Un’occhiata alle carte di Dio”:
 “La teoria quantistica non é riuscita a superare in modo significativo la stretta cerchia degli addetti ai lavori. Questo fatto risulta in una qualche misura stupefacente ove si tenga conto che la stragrande maggioranza delle più rilevanti innovazioni tecnologiche dei tempi recenti sono basate su effetti specificatamente quantistici e che nuovi incredibili sviluppi si stanno già delineando…è sorprendente il fatto che mentre alcune costruzioni teoriche siano filtrate e, in una qualche misura,  siano diventate parte integrante del patrimonio culturale comune, basterà ricordare l’evoluzionismo darwiniano, la teoria della ereditarietà, la genetica e la teoria della relatività, nulla di simile sia avvenuto per questa rivoluzione concettuale che caratterizza ormai da tre quarti di secolo la scienza moderna”.


 In campo biologico sono da segnalare i lavori di Bruce Lipton che nei suoi “La mente è più forte dei geni” e “La biologia delle credenze”, dimostra, senza ombra di dubbio, come l’idea della immutabilità dell’azione del nostro patrimonio genetico sui nostri destini psico-fisiologici sia completamente priva di fondamento:
 “La mia nuova comprensione della vita fu uno shock: per quasi due decenni avevo inculcato nella mente dei mie studenti il Grande Dogma della biologia e cioè la convinzione che la vita è controllata dai geni”. (La biologia delle credenze)

 In campo neuroscientifico l’idea nuova ha per nome NEUROPLASTICITA’, così descritta da Vittorino Andreoli in “Un secolo di follia”.

 “La plasticità dell'encefalo, con la conseguente possibilità di una biologia non deterministica, è una delle più grandi scoperte di questi ultimi anni. Una parte dell'encefalo dell'uomo si organizza nell'esperienza e muta con il mutare della storia. La storia non è più distinguibile da una biologia "plastica". Ogni espressione culturale è una modificazione cerebrale. Così come c’è una biologia del determinato, dell’innato, che ci rende partecipi di una storia lontana che non abbiamo fatto, c’è una biologia del presente che si costruisce nella cronaca. L’esperienza trasforma l’uomo”.

 Grazie alla neuroplasticità è possibile, per il cervello, compensare danni anatomici e funzionali di proporzioni inimmaginabili come racconta Norman Doidge ne “Il cervello infinito”:

 “La donna che scherza al tavolo con me è nata con un solo emisfero cerebrale..alla nascita i medici la sottoposero ai test di routine ed informarono la madre che la bambina era normale. A tutt’oggi un neurologo non sarebbe in grado di supporre, senza il neuroimaging, la mancanza di un intero emisfero. Ho incontrato Michelle per scoprire come sia possibile un tale cambiamento neuro plastico in un essere umano il cui cervello ha dovuto affrontare una sfida simile; d’altra perte la dottrina localizzazionista, la quale presuppone che ogni emisfero è geneticamente specializzato per svolgere determinate funzioni, viene seriamente messa in discussione se Michelle può “funzionare” con un solo emisfero. E’ difficile immaginare una dimostrazione migliore o una verifica più convincente della neuroplasticità umana”.

 Quali vantaggi possono apportare le conoscenze acquisite in queste tre discipline di frontiera nella vita delle persone sane?

 Cercheremo di scoprirlo, sperimentandolo, nei nostri incontri del martedì, alle ore 21, al Circolo Vie Nuove, in viale Giannotti, 15 a Firenze.

Ingresso libero.

lunedì 1 ottobre 2012

L'AMORE E' FRA L'IO E IL TU




“L’UOMO DIVENTA UN IO A CONTATTO CON UN TU”

Questa è, in sintesi, la tesi esposta dal Filosofo tedesco Martin Buber nel suo breve saggio “IO E TU”.

Il fatto di essere vivi, mangiare, respirare, muoversi, lavorare non fa di noi degli Uomini.

L’uomo è Uomo, se, e solo se, è in grado di vivere in libertà, esente da preoccupazioni circa se stesso, condizione, questa, indispensabile per incontrare “realmente” l’altro.

Dice Buber:

“Ma c’è un'altra percezione, di genere decisamente diverso. Succede in modo del tutto diverso quando, in un’ora recettiva della mia vita personale, incontro un uomo in cui qualcosa, che non posso affatto comprendere in modo oggettivo, mi “dice qualcosa”. Il che non significa assolutamente: mi dice come quest’uomo è, che cosa succede in lui o cose del genere.
Piuttosto: mi dice qualcosa, mi comunica qualcosa, mi dice qualcosa che riguarda la mia stessa vita”.

In questo incontro “fra l’IO e il TU”, per Martin Buber, consiste l’amore:

“Chi non sa questo, chi non lo sa con tutto il suo essere, non conosce l’amore”


Di questo ci occuperemo nel corso della serata di giovedì 4 ottobre alle ore 21 presso CIRCOLO VIE NUOVE in Viale Giannotti, 15 a Firenze.

Continueremo a trattare questi argomenti ogni martedì alle ore 21, a partire dal 9 di ottobre, sempre al Circolo Vie Nuove.

domenica 23 settembre 2012

SI VIVE SOLO DUE VOLTE



C'era una canzone (You only live twice) che don Juan
amava molto, diceva che chi I'aveva scritta era quasi
arrivato al centro della faccenda.
Don Juan sostituiva una parola per renderla perfetta.
Metteva libertà al posto di amore.
Quindi iniziò una recita spettrale:

“Si vive solo due volte
o cosi almeno sembra.
Una volta per te stesso
e una per i tuoi sogni.
Scivoli attraverso gli anni
e la vita ti sembra senza sorprese.
Finché un sogno appare
e libertà é il suo nome.
E libertà é uno sconosciuto
che ti fa un cenno.
Non pensare al pericolo
o lo straniero sparirà.
Questo sogno é per te
quindi pagane il prezzo.
Trasforma un sogno in realtà.

(da “Si vive solo due volte”, pag. 51)

CHI SI OCCUPA DI LUI?


lunedì 20 agosto 2012

SERENDIPITY- L'ARTE DELLA MANUTENZIONE DEL CERVELLO

DA SETTEMBRE, A FIRENZE




UNA ISTRUTTIVA ALTERNATIVA A

CINEMA
TELEVISIONE
TEATRO
DISCOTECA

PER SCOPRIRE E SPERIMENTARE
MODI DIVERSI PER

STARE INSIEME
FARE NUOVE CONOSCENZE
SCOPRIRE COSE SEMPRE NUOVE

E MANTENERE IL CERVELLO IN FORMA
....E LIBERO DA PENSIERI DISTURBANTI



martedì 7 agosto 2012

MAPPA ANTISTRESS


Scrive Giuseppe Tucci nel suo “Teoria e pratica del mandala”:


Il mandala è uno psicocosmogramma, lo schema della disgregazione dall'uno al molto e della reintegrazione dal molto all'uno, alla coscienza assoluta, intera e luminosa. (Pag. 40)

 

La persona umana è un coesistere di due opposte tendenze, l’una centrifuga, l’altra centripeta: così come l’una tendenza ci porta fuori di noi, l’altra ci convoglia verso il ritorno, al punto centrale, la condizione imperitura. (Pag. 72)



Il mandala è la rappresentazione di quel punto-istante nel quale si compie il salto nell'altro piano, si diventa Budda...esperienza che non avviene una sola volta, ma che si rinnova ogni qualvolta si realizzi quella estasi della coscienza che giace nascosta in fondo a noi, avvolta nei tentacoli della psiche. (Pag. 100)





I tre brani illustrano con efficacia il lavoro, salutare, che certe immagini sono in grado di compiere sulla nostra mente, per di più, a nostra…completa insaputa.



Un lavoro di “centratura” che consente di entrare in contatto con una parte di noi che, solitamente, rimane inascoltata sovrastata dal frastuono delle attività quotidiane, frastuono che determina una frammentazione della nostra attenzione su una moltitudine di temi che si susseguono, alternandosi senza sosta. La conseguenza pratica di ciò è una accresciuta attività intuitiva e ispirativa che consente di porre rimedio con spontaneità e naturalezza a problematiche, sia di tipo pratico che astratto.



Il mandala è, probabilmente, lo strumento più semplice per ottenere questa centratura in quanto non richiede il ricorso a pratiche particolari o la creazione di “setting” specifici. E’ infatti sufficiente esporre le immagini all’interno degli ambienti maggiormente frequentati, in posizioni facilmente visibili, perché la mente, posta con continuità in contato visivo, anche inconsapevole, col mandala, ne ricavi benefici effetti.



E’ facilmente ipotizzabile, altresì, che immagini che non siano state prodotte a tale scopo possano produrre l’effetto contrario, determinando quella frammentazione che è all’origine delle nostre difficoltà psicologiche ed esistenziali.

Dalla lettura del testo di Tucci si evince che l'uso di tali immagini, diffusissimo nel passato e praticamente abbandonato ai giorni nostri, comporterebbe consistenti vantaggi nel trattamento di depressione, ansia, attacchi di panico, insonnia, dipendenze.