A volte si ha la, sgradevole, sensazione che le nostre idee e le nostre sensazioni “istintive” siano in qualche modo difformi da quelle prescritte dalle convenzioni sociali.
L’abitudine, ci porta, poi, a dare maggior credito alle seconde a discapito delle prime.
Il caso più frequente è quando non riusciamo a sentirci partecipi di un evento per il quale gli altri sembrano provare un, per noi, ingiustificato interesse.
Oppure, al contrario, siamo persuasi della importanza di certe idee o fatti che vengono snobbati o ignorati dai più.
Se impiegassimo un po’ di tempo ad analizzare la cosa scopriremmo, non senza stupore, che il nostro “istinto” è un ottimo consigliere.
La quasi totalità delle convinzioni e dei comportamenti predominanti sono, infatti, accettati ed agiti in modo automatico ed acritico: si pensa ciò che va pensato, ci si appassiona a ciò cui ci si deve appassionare e si parla di ciò di cui si deve parlare.
Chi non sappia, adeguarsi a questa, stupida, logica non concluda, sbrigativamente, che qualcosa in lui non va.
In questo caso il “disagio” è sintomo di buona salute.
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