Se lo chiede, opportunamente, Francesco Totaro nel suo libro "Non di solo lavoro".
E' una domanda questa, che dovremmo porci con più frequenza per comprendere se i "progressi", che caratterizzano la modernità, vadano a vantaggio dell'uomo o del sistema che regola la sua esistenza.
Si ha, infatti, la sensazione che molte istituzioni umane (religioni, strutture per l'assistenza medica e psicologica, ricerca scientifica, stati nazionali) siano, perversamente, congegnate in modo da rafforzare e perpetuare se stesse ai danni dell'umanità che dovrebbero favorire.
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